Nell’armoniosa sinfonia tra la carne e il creato, l’opera si staglia come un’ode al respiro dell’universo. Tra il dorato della sabbia e il blu profondo del mare, il corpo si fonde con la natura, muovendosi al suono senza fine delle onde. Le mani, come sculture fluide del mare, avvolgono e proteggono, accarezzano il tessuto della vita mosse dal soffio etereo di zefiro. È un’opera di fragilità e forza, di transitorietà e permanenza, che invita a scrutare oltre la superficie e ad immergersi nel mistero della vita e della sua connessione con l’infinito.